SELIGMAN E L’OTTIMISMO DURANTE LA TEMPESTA

Parlare di ottimismo in questi momenti non è facile. Il mondo intero si trova a fronteggiare una crisi di proporzioni globali, con tutto il carico di timori e preoccupazioni che eventi come questi portano con sé.

Discutere di ottimismo potrebbe quindi sembrare solo una banale ostentazione di positività, utile solamente per cercare di auto-illuderci che la situazione che ci troveremo ad affrontare sarà facile.

Il problema è che sebbene non possediamo molte certezze riguardo il futuro, l’unica cosa sicura è proprio che non si tratterà di un futuro facile!

Il futuro ci pone di fronte a una scelta obbligata:
permettergli di avvenire.

Allo stesso tempo è proprio in momenti come questi che ha senso fermarsi e interrogarsi su cosa sia esattamente l’ottimismo. Del resto la positività genera energia mentale e fisica ed è proprio di questa energia che abbiamo e avremo sempre più bisogno.

Per iniziare potremmo quindi chiederci: “Ma cos’è esattamente l’ottimismo?”. È una domanda che potrebbe sembrare banale, ma in realtà la nostra esperienza ci insegna che non lo è. L’ottimismo è invece un concetto talmente complesso che uno studioso è stato nominato al premio Nobel per la medicina per il fatto di aver dedicato gran parte della propria vita a studiarlo.

Tale studioso si chiama Martin Seligman ed è il fondatore della Psicologia Positiva. I suoi studi mostrano che c’è una visione diffusa secondo cui essere ottimisti significherebbe “aspettarsi che le cose vadano bene”. Il problema è che questo NON È ottimismo. Casomai è ingenuità! È profondamente ingenuo aspettarsi che le cose vadano bene. Noi non abbiamo idea in realtà di come andranno le cose.

Ottimismo significa invece possedere e interiorizzare un’idea del tipo: “qualsiasi cosa accadrà, in qualche modo ne verremo fuori”.

Ciò che pensi può diventare ciò che fai.
Modificare il punto di vista da cui osserviamo le cose
ci mette nella condizione di cambiare ciò che i nostri occhi vedono.

Significa riuscire ad accendere dentro di sé un’incrollabile fiducia nei confronti di sé stessi e del proprio futuro. Significa smettere di aspettarsi che faccia bel tempo e invece prepararsi ad affrontare una tempesta che, se da un lato avremmo evitato volentieri, dall’altro sappiamo essere in grado di risvegliare in noi quel tipo di energie che soltanto i momenti di difficoltà riescono ad accendere.

Riuscire in questo compito non è di certo semplice.
Non lo è mai stato e mai lo sarà.

Ma la bella notizia è che riguardo l’ottimismo Seligman ha scoperto un’altra cosa: può essere appreso da chiunque.

Di conseguenza proprio in questi momenti diventa fondamentale porre attenzione a ciò che utilizziamo per nutrire la nostra mente, la nostra anima e le nostre speranze.

Perché forse il migliore momento per essere ottimisti è proprio quando la tempesta si fa più minacciosa.